lunedì 27 settembre 2010

Sorrisi


Giovedì 23 settembre io e Luigi abbiamo ricevuto a Napoli il Premio Siani.
L'emozione è stata tanta, quanta la soddisfazione di essere tornati dopo solo un anno. Ed essere premiati nell'anno del venticinquesimo anniversario della morte di Giancarlo Siani aumenta la nostra gioia e la nostra consapevolezza.

Come un anno fa, Napoli si è messa l'abito buono e ci ha accolto con un sole estivo che ha scaldato tutti, premiati, giuria e ospiti, davvero numerosi, a conferma dell'importanza crescente di questa iniziativa.

Sebbene in punti diversi delle loro carriere ma vicini nel tempo, Giuseppe Fava e Giancarlo Siani erano e sono uniti da una visione più pura del giornalismo, influenzato da nulla se non dai fatti, ai quali deve unicamente e semplicemente fare riferimento.

Ad unirli era anche la loro predisposizione a vivere al massimo la propria vita, e soprattutto il loro sorriso, piratesco quello di Pippo, gentile quello di Giancarlo. Un sorriso che scappa anche a me, immaginando di averli fatti incontrare, da qualche parte.

giovedì 16 settembre 2010

Premio Giancarlo Siani!


"Pippo Fava. Lo spirito di un giornale" si è aggiudicato il Premio Siani per la sezione fumetto!
Sono davvero felice e colgo l'occasione per ringraziare la giuria e l'organizzazione del premio, che hanno riconosciuto il valore di quest'opera e contribuito così a portare l'attenzione sulla figura di Giuseppe Fava, che proprio come Giancarlo Siani ha scelto di portare avanti un giornalismo onesto e vero, di fare Informazione.

E non posso che congratularmi con il mio socio Luigi Politano, non solo per questo libro e per aver scelto me per disegnarlo e co-sceneggiarlo, ma perché per il secondo anno consecutivo Round Robin e la collana Libeccio si aggiudicano questo importante riconoscimento: per una casa editrice appena affacciatasi al mondo del fumetto questo è un traguardo incredibile. Questa è la dimostrazione che le idee coraggiose possono ancora fare la differenza in positivo!

Data l'eccezionalità della notizia, ecco un disegno eccezionale, nel senso che fa decisamente eccezione all'interno di tutte le raffigurazioni di Pippo che ci hanno accompagnato in questi incredibili mesi...

mercoledì 15 settembre 2010

Torino è bella...

La presentazione del libro a Torino del 29 agosto è stata molto bella e intensa, e probabilmente se fosse durata di più i partecipanti, pubblico compreso, avrebbero dato vita a un dibattito che per forza di cose ha lasciato solo intravedere il proprio potenziale, grazie anche alle appassionate parole di Mimmo Candito ed Elena Fava. A quest'ultima vanno il mio ringraziamento per una serata piacevolissima insieme a suo marito in una Torino da togliere il fiato, e i complimenti dei tanti amici venuti ad assistere alla presentazione (ovviamente ringrazio anche voi), che non hanno potuto rimanere indifferenti di fronte ai suoi accorati interventi.

Ringrazio anche Radio Flash per l'intervista successiva alla presentazione e l'organizzazione della Festa Democratica che ci ha ospitato.

Vi lascio con una serie di studi e matite per il libro su Fava e con il testo integrale dell'intervista che ho rilasciato a Marco Patruno, per chi se la fosse persa.


Marco Patruno - Come è nata l’idea di realizzare un fumetto sulla storia di Giuseppe Fava?

Luca Ferrara - Visto il buon successo di pubblico e critica del libro “Don Peppe Diana. Per amore del mio popolo” culminato con la vittoria, nel settembre 2009, del Premio Siani per la neonata sezione fumetto, abbiamo deciso di continuare la collana Libeccio con un giornalista importante che con il suo esempio ha fatto scuola, e che per Luigi Politano è stato modello e riferimento. Desiderava da sempre rendergli omaggio e questa è stata l’occasione propizia.


Marco Patruno - Quanto è durata la lavorazione del volume “Pippo Fava – lo spirito di un giornale”? e se hai incontrato delle difficoltà?

Luca Ferrara - Se consideriamo anche il lavoro di ricerca del materiale, oltre all’effettiva realizzazione da parte mia, circa sei mesi. Non abbiamo incontrato particolari difficoltà, se non quella di recuperare i riferimenti necessari per muoverci in una vicenda che rimane complessa. Oltre a voler rendere conto della vicenda raccontata, sentivamo il bisogno e il dovere di trasmettere al lettore la dimensione umana e intellettuale di Giuseppe Fava, il suo talento di scrittore, romanziere, drammaturgo, sceneggiatore, pittore, non solo giornalista. Il tutto in equilibrio con l’approccio giornalistico che permea tutta la collana Libeccio. Spero di esserci riuscito, insieme a Luigi.


Marco Patruno - Il giornalismo grafico, la potenza dell’immagine può mantenere viva la memoria di chi ha posto la ricerca della verità e la giustizia come fine ultimo delle sue azioni?

Luca Ferrara - Credo di sì. Perché di questi temi non bisogna mai smettere di parlare, soprattutto in un Paese come l’Italia. E non bisogna smettere di battere tutte le strade possibili affinché gli esempi di persone come Giuseppe Fava arrivino a un pubblico il più vasto possibile. Il fumetto può essere un altro mezzo, forse anche il più adatto a comunicare con i più giovani, non solo con gli adulti, e se avremo suscitato la curiosità di conoscere Giuseppe Fava anche in uno solo dei lettori del libro allora avremo fatto la nostra parte.


Marco Patruno - Alla fine del lavoro, cosa ti è più rimasto dell’uomo e giornalista Giuseppe Fava?

Luca Ferrara - La sua umanità, il suo sorriso e la leggerezza di spirito conservata nonostante una vita e un talento eccezionale votati all’impegno. Mi ha insegnato che nella normalità del lavoro si può trovare la propria realizzazione e la possibilità di migliorare il mondo. Perché Giuseppe Fava era una persona normale che svolgeva semplicemente il suo lavoro. Quando tutto questo smetterà di essere considerato qualcosa di straordinario e diventerà serena consuetudine, allora credo che avremo capito chi era davvero Giuseppe Fava.


Marco Patruno - Prevedi in futuro di realizzare un altro progetto grafico simile?

Luca Ferrara - Ma per ora si rimane nel campo delle possibilità. Incrociamo le dita e aspettiamo!